Nel 1909 partecipò al Campionato italiano di Prima Categoria, uno dei due tornei (l’altro era il federale, l’unico attualmente riconosciuto dalla FIGC) in cui era suddivisa la massima serie dell’epoca: ammessa direttamente in semifinale in quanto unica compagine veneta iscritta, nelle due partite contro l’US Milanese dovette incassare ben 10 reti contro solo 1 segnata (1-2 a Vicenza e 0-8 a Milano), dimostrando di non essere ancora matura per il calcio nazionale. In Serie C, nella stagione 1961-1962, nonostante avesse lottato per conquistare il primo posto nel girone, l’Anconitana arrivò seconda a pari merito con il Pisa e subito dietro al Cagliari; accusò i sardi di illecito sportivo senza alcun risultato, andando quindi solo a sfiorare con un dito il sogno della promozione in Serie B; nel gennaio del 1972, dopo una lunga serie di buoni piazzamenti in Serie C, il terribile sisma che colpì la città di Ancona e provocò danni incalcolabili influì sul rendimento della squadra biancorossa, guidata da Beniamino Di Giacomo e da Giorgio Arzeni, che concluse il campionato al 15º posto in classifica.
1904-1908 – La società partecipa solo a tornei amichevoli a carattere locale. Il 9 novembre 2008, superando il Cesena 3-1 allo «Speroni», nell’incontro valevole per l’undicesima giornata, arriva a quota mille vittorie (conteggiando solo quelle di campionato). Il debutto della squadra vicentina avvenne in un incontro amichevole del 18 maggio 1903, nel campionato Provinciale per Scuole; in quel torneo, vinto dal Vicenza, questi affrontarono il Cordellina, il Baggio e lo Schio. Carlo Fontanelli e Paolo Negri, Il calcio a Ferrara: dal 1896 partite, protagonisti e immagini, Empoli (FI), Geo Edizioni, 2009, pp. Carlo Fontanelli e Giovanni Bottazzini, Piacenza90: partite, protagonisti e immagini, GEO Edizioni. Nel 1940-1941 la squadra, con l’industriale Frontalini alla presidenza e Giovanni Degni, ex Roma, in panchina, retrocesse in Serie C, per poi tornare in cadetteria l’anno dopo, rimanendoci fino all’inizio della seconda guerra mondiale, e assumendo successivamente la denominazione di Anconitana. Negli anni precedenti alla prima guerra mondiale prese parte in più occasioni alle finali nazionali dell’Italia settentrionale, che si disputavano in un girone fra le vincenti dei gruppi regionali.
Con le sue 12 partecipazioni in Serie A (girone unico), è la prima squadra espressione di una città non capoluogo di provincia, come numero di presenze in massima serie. Nel 1947 fu provvidenziale il ripescaggio della Triestina in massima serie, che liberò conseguentemente un posto in Serie B, che l’Ancona riuscì a conquistare in uno spareggio fra le migliori retrocesse contro la Biellese. I romani prevalsero nel doppio confronto, salvo poi soccombere nella disputa per il tricolore contro i bolognesi. Disputa le partite interne allo stadio Del Conero. Le prime partite di un certo rilievo furono disputate contro i marinai inglesi presenti in città e il primo incontro reso noto dalle cronache cittadine è datato 19 febbraio 1911, partita disputata tra l’Anconitana e la squadra del piroscafo inglese Britannia e terminata con un pareggio. Nasazzi giocò inoltre ben 63 partite (di cui 39 ufficiali) con la nazionale uruguaiana. Gestito dalla Lega Nazionale Alta Italia. Fossano Al 2010, secondo le intercettazioni dell’operazione Crimine dipendevano direttamente dalla Calabria. Facendo tesoro dei passi falsi dell’annata scorsa, capitan Giovanni Emiliani e compagni vincono il campionato cadetto accedendo per la prima volta alla Serie A a girone unico, assieme al Legnano secondo a quattro lunghezze dai biancazzurri e staccando le terze classificate Modena e Livorno di 11 punti.
Una riforma dei campionati, la Carta di Viareggio, rivoluzionò la stagione successiva, inserendo l’Anconitana nel girone C della Prima Divisione (appena declassata a campionato cadetto), per la prima volta insieme alle squadre del Nord. Internazionale, prendendo parte al campionato 1945-1946, l’U.S. L’Ancona ha inoltre preso parte per ventuno volte alla Serie B e per trentanove alla Serie C. Nel suo palmarès, a livello nazionale, vanta la conquista di una Coppa Italia Dilettanti e di una Coppa dell’Italia Centrale. Dall’altra parte abbiamo lasciato fuori i club che per scelte di marketing o semplicemente per gusto opinabile hanno osato troppo. C’è un motivo tecnico, direte: negli anni 90 le magliette erano larghe e tenerle nei pantaloncini serviva per contenerne il volume e soprattutto per mostrarle all’arbitro come prova di strattoni o spinte. In quegli anni il calcio ancora non era diffusissimo e furono i marinai inglesi che approdavano al porto di Ancona a dare il via a una pratica più convinta di questo gioco, ma la sua diffusione in città è legata anche a un giovane, Pietro Recchi, che un giorno, trovandosi a Liverpool per lavoro, ebbe l’occasione di assistere a una partita di calcio e se ne innamorò; da qui la divisa completamente rossa.
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