Maglia da calcio iran

square blocks on teal surface C’è evidentemente un cancro, una metastasi generale che ha raggiunto il calcio dal resto della società. Al minuto 0.52 c’è una cosa che vi consigliamo di non perdere. La cosa più bella che mi offre l’Arnolfini è una grande finestra che affaccia sull’Avon e che scopro proprio nel momento in cui sta passando la fedele riproduzione della caravella con cui John Cabot, o Giovanni Caboto, partì alla scoperta del Nord America nel 1497. Una volta all’esterno riprendo a camminare diretto verso il gigantesco centro commerciale The Mall Galleries, dove compro tre orrendi magneti (4.47 sterline) e poi procedo verso l’adiacente Cabot Circus, una specie di outlet integrato nel tessuto commerciale della città, molto ben curato. La spiegazione è complessa, gli stessi autori di libri critici non lo spiegano sino in fondo, ma una cosa è certa: il calcio è potere – perciò gode, come dire, di un occhio di riguardo da parte della politica e dei signori del denaro – e soprattutto è un ottimo veicolo per drenare somme importanti e trasferirle in ambiti, luoghi, attività di altro genere. I gonzi spendono moltissimo per un prodotto in genere di bassa qualità che durerà meno di un campionato e dovrà essere subito sostituito come le collezioni di moda, in più porteranno in giro la pubblicità di qualcuno che paga la società per azioni, magari quotata in Borsa, che continuiamo a chiamare squadra del cuore.

Jongbloed morto a 82 anni: è stato il portiere dell'Olanda di ... Possiamo definire il miglioramento come un processo di avvicinamento ad un obiettivo intermedio o finale dato, che viene ritenuto il punto di massima esplicazione di una qualità ( perfezione). Il risultato è che comandano le TV, i tifosi più appassionati a casa o criminalizzati, milioni di commissari tecnici confinati al bar o sul divano del salotto, denaro distribuito in modo diseguale ai bilanci ballerini delle società, e destinazione finale del bottino a vantaggio di fondi d’investimento, procuratori, intermediari vari, oltre, naturalmente, all’ampia fetta destinata al fisco. Gran parte delle società di calcio sono infatti controllate, o finanziate a strozzo da fondi speculativi che praticano il sistema TPO o TPI (Third Part Ownership o Investment.). Scandali ne sono stati scoperti diversi, di altre situazioni si sussurra, così come si mormora che l’irruzione dei fondi d’investimento celi il riciclaggio di danaro sporco, faciliti le combine tra i soggetti manipolabili – o ricattati-, gli scambi di favori illeciti sul campo tra chi dipende, in fondo, dagli stessi padroni, nonché la tratta vergognosa di tanti giovanissimi.

Le ultime in ordine di tempo sono state il Messina, il Como, in mano ad una simpatica ragazza di colore rappresentante di chissà chi e alcune altre. Ma anche quel decennio ha avuto la sua riconoscibilità, che passa anche da kit che non sono per forza iconici e fissati nella memoria di tutti noi: Bene Culture, per esempio, ha aggiornato la terza maglia 2003/04 della Juventus, nera con un colletto bordato di bianco, dotandola di elementi “parodia” come il vecchio sponsor Fastweb che diventa Beneweb. La signora non è nemmeno tornata indietro per chiedermi come stavo. Si realizzano addirittura triangolazioni e scatole cinesi di compravendite più o meno fittizie con club compiacenti dove “parcheggiare” la proprietà di calciatori per aggirare normative fiscali più severe ed agire più liberamente. Il risultato sportivo è l’inaridimento dei vivai italiani ed europei, poiché i calciatori arrivano già formati, consentendo di alimentare e riprodurre il sistema. Poiché Rupert Murdoch e Berlusconi non hanno bisogno dei nostri soldi, evitiamo accuratamente di comprare abbonamenti e pacchetti televisivi, ed il giornale sportivo lo sfogliamo velocemente al bar. Una polemica estiva tra l’azionista americano della Roma mister Pallotta ed il Milan ha rivelato che il gruppo cinese che ha acquisito da Berlusconi la società rossonera è indebitato per almeno 300 milioni con un fondo di investimento britannico, Elliott, che attende un copioso interesse a breve termine.

A margine dell’affare monstre da 225 milioni di Neymar al PSG, il club francese ha fatto sapere che in pochi giorni è andato esaurito un primo stock di trentamila magliette con il nome dell’asso brasiliano, prodotte a tamburo battente, sicuramente in paesi a bassissimo costo del lavoro. Un calciatore minorenne cresciuto nel piccolo Paços Ferreira, Portogallo, Diego Jota, è stato ceduto per 7 milioni all’Atlético Madrid, ma solo il 40 per cento della somma è finita nelle casse del cedente. Lincidente si è verificato in una zona impervia di Acuto, nelle vicinanze della galleria che collega il paese con Fiuggi. Due importanti club spagnoli, il Siviglia e l’Atlético Madrid sono riusciti a contrastare in patria il duopolio Real Madrid -Barcellona e conseguire trofei internazionali agendo in sinergia con i fondi, ossia, per parlare chiaro, divenendo strumenti nelle loro mani, cedendo i debiti in cambio di quote societarie, diritti televisivi, introiti pubblicitari, ipotecando beni immobili e stadi. I meno giovani ricorderanno quale polverone moralistico sollevò, negli anni 70 del secolo scorso, l’acquisizione del centravanti del Bologna Beppe Savoldi da parte del Napoli per due miliardi di lire, poco più di un milione di euro. Il 31 dicembre 1984 tuttavia, in seguito ad un’amichevole giocatasi all’Appiani che vide i biancoscudati prevalere sugli scaligeri per 5-0, scoppiò una grossa rissa tra le due tifoserie, originata dai cori di scherno rivolti dai supporters biancoscudati ai tifosi veronesi.


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