Si tratta dello stadio di calcio più grande e importante della Romagna, e anche il secondo impianto sportivo all’aperto dopo l’Autodromo di Imola. Quest’ultimo, i cui ricavi vennero destinati sempre in beneficenza, in mancanza di competizioni ufficiali, suscitò interesse ed ebbe anche riscontro tecnico; tuttavia non fu concluso, dopo che nel secondo tempo del derby di ritorno tra FIAT e Cisitalia, il 22 aprile, allo Stadio Mussolini – partita molto sentita, in cui era in palio anche la Coppa Pio Marchi, contornata dagli scontri tra tifosi sugli spalti – la gara assunse connotati molto fallosi, concludendosi in una rissa. Domenica 5 ottobre 1947, allo Stadio Nazionale, Roma e Torino chiusero il primo tempo sul punteggio di 1-0 per i giallorossi; di ritorno dagli spogliatoi, i granata realizzarono sette reti in 25 minuti, tre delle quali segnate da un Mazzola che giocò claudicante quasi tutta la partita per i postumi di un infortunio accusato nella precedente partita, senza risparmiarsi e dando dimostrazione di classe e potenza: segnò al 15′ della ripresa la rete del pareggio con un appariscente colpo di testa per stile e intuizione, poi la seconda con un diagonale potente e la terza con un gesto apprezzato dagli spettatori.
Nella seconda metà di luglio, tra ammirazione ed entusiasmo, Mazzola e i suoi compagni affrontarono Palmeiras, Corinthians, Portoguesa e San Paolo, conseguendo una vittoria, due pareggi e una sconfitta. Nel pieno svolgimento della seconda guerra mondiale, senza prospettive per l’inizio del nuovo campionato, il Torino, la cui denominazione cambiò in Torino FIAT, si dedicò, dal novembre 1943, ad amichevoli e a piccole competizioni non ufficiali. L’ultimo gol di Mazzola contro l’Ambrosiana-Inter, realizzato allo scadere, fissò il risultato sul 3-3 ed evitò al Torino FIAT l’eventuale spareggio contro la Juventus Cisitalia, che a quattro minuti dal termine dell’incontro con il Varese (6-1) aveva gli stessi punti in classifica e lo stesso quoziente reti dei granata. Juventus Cisitalia, Filiale Italia, Lancia e Ispettorato del Lavoro. Nel gruppo A delle semifinali interregionali il Torino FIAT terminò ancora davanti al resto delle contendenti, che furono in ordine di classifica Juventus Cisitalia, Ambrosiana-Inter e Varese, affrontatesi in un girone all’italiana con partite di andata e ritorno. Nel girone di ritorno riuscì a migliorarsi: furono 18 le reti, di cui quattro triplette.
29 centri. Nel girone d’andata, in cui mise a segno undici gol, fu, con Gabetto, il solo componente della linea offensiva composta di cinque uomini a essere pericoloso e a fornire prove convincenti, talvolta brillanti. Così, anche al Forest Green Rovers hanno pensato di giocare con maglie ecosostenibili, ma in questo caso non è la plastica riciclata il solo materiale utilizzato per produrre i kit. Il programma, fusione dei format di Mai dire Domenica e Le Iene, nacque in seguito alla conduzione speciale dell’ultima puntata in prima serata de Le Iene Show della precedente stagione, andata in onda il 9 maggio 2004, in cui la Gialappa’s Band e il Mago Forest affiancarono Luca e Paolo e Alessia Marcuzzi. Prima di partire, il 29 giugno, Mazzola annunciò in un’intervista radiofonica il suo addio ai granata, tra lo sgomento dei tifosi, e il giorno seguente, interpellato dai giornalisti, confermò quanto detto. Il suo giornale lo leggo poco, purtroppo a volte mi dicono: hai visto cosa ha detto Casalbore di te? Dopo aver letto su Tuttosport un articolo sulla partita pre-campionato Milan-Torino del 12 settembre in cui erano elencati i molti granata assenti, in contrasto con la società, e in cui veniva contestata una norma federale che concedeva a Mazzola un posto in tribuna d’onore (l’articolo riportava testualmente: c’è Mazzola, ma in tribuna d’onore, secondo una ignorata disposizione federale che assegna un posto in tribuna d’onore ai giocatori che hanno controversie con le proprie società), il capitano granata aveva scritto una lettera, di ardua comprensione, al direttore Renato Casalbore, autore del pezzo, il cui contenuto era stato pubblicato integralmente nel quotidiano dallo stesso Casalbore senza commenti.
Mazzola, a differenza di molti altri suoi colleghi calciatori, che erano tornati a giocare con le loro squadre di provenienza oppure vicino a casa, era rimasto a Torino e, insieme ad altri suoi compagni, cominciò ad allenarsi, partecipando ad alcune partite con formazioni occasionali già dal mese precedente. Nella stagione successiva il Cagliari, con in panchina il debuttante Daniele Arrigoni e trascinata dal fantasista di Oliena, gioca un campionato dai due volti, fortissimo in casa e fragile in trasferta, rimanendo a lunghi tratti nella parte alta della classifica salvo poi crollare alla fine; la squadra rossoblù chiuderà al 12º posto e raggiungerà per la terza volta nella sua storia la semifinale di Coppa Italia. 1877: Giuseppe Bandi fonda Il Telegrafo, poi divenuto Il Tirreno. Le voci erano insistenti: il 4 giugno un’agenzia diede la notizia, poi rivelatasi infondata, della presenza di Mazzola agli allenamenti dell’Inter. Con la Nazionale ferma da oltre due anni, in Italia si organizzarono alcuni incontri, le cui rappresentative racchiudevano il meglio delle regioni; il Piemonte poté giovarsi della presenza di Mazzola in due gare, contro la Lombardia e la Venezia Giulia. È mia ferma intenzione di abbandonare il Torino per trasferirmi a Milano e precisamente all’Internazionale.
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